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Sulla Pania di Corfino seguendo l’anello Airone 1

Ama leggere, scrivere e il Parma Calcio. Cita spesso Nanni Moretti, Gregory Bateson e il Parma Calcio.

La vista lungo il percorso dell’Airone 1 in autunno

La Pania di Corfino, con il suo imponente massiccio calcareo, è uno spettacolo in qualsiasi stagione. È nella parte garfagnina del comprensorio dell’Appennino tosco-emiliano (è nell’alta valle del Serchio ad essere precisi) e racchiude una ricca varietà di flora e di fauna. Una passeggiata qui potrebbe regalarvi l’incontro con cervi e mufloni, oppure potreste avvistare l’aquila reale o il corvo imperiale. Vi proponiamo di scoprirla con un trekking (o hiking se preterite) che percorre uno dei tre anelli dell’Airone, nati nel 1985 in occasione di un reportage dell’omonima rivista dedicato al Parco dell’Orecchiella. Noi lo abbiamo fatto ai primi di novembre, approfittando di un escursione di BoscoAperto (sono sempre molto belle!) che ci ha permesso di godere dei colori pastello dell’autunno, ma naturalmente è un giro perfetto anche in primavera o in estate.

Dall’Isera all’Alpeggio di Pruno

L’Airone 1, contrassegnato lungo il percorso da un trifoglio giallo in campo blu, ha una durata di circa cinque ore e mezzo. La partenza è dal centro visitatori del Parco dell’Orecchiella, ma è possibile risparmiare un po’ di cammino imboccando l’anello dal rifugio Isera (il sentiero è quello sulla destra del cancello del rifugio), a circa cinque minuti di auto dal centro visitatori. Percorrete il primo tratto in discesa (circa 30 minuti), costeggiando un canale, fino ad arrivare all’Alpeggio di Pruno, una volta prima tappa dello spostamento delle greggi dal paese di Corfino all’alpeggio di Campaiana e ora suggestivo B&B in mezzo alla natura. Da qui, dopo un breve tratto in discesa, salite in un bosco di Cerri e Carpini.

Il sentiero 56 verso Campaiana

Al primo bivio proseguite a destra, seguendo una variante dell’anello che porta sul sentiero 56. In alternativa potete prendere il 58, consigliato soprattutto in primavera, durante le fioriture delle giunchiglie e delle genziane, e tra maggio e giugno, dove sono le peonie a essere protagoniste. Entrambi i sentieri portano all’alpeggio di Campaiana, ma percorrendo il sentiero 56 arriverete a una terrazza panoramica da dove, con un po’ di fortuna, potrete avvistare l’aquila reale.

La fonte dell’amore

Continuate il cammino tra tratti boschivi e ghiaioni naturali fino a raggiungere un secondo punto panoramico da dove si scorge il borgo di Sassorosso, per immergervi poi in un bosco di carpi e aceri. Qui vi suggeriamo di fermarvi a bere alla fonte dell’amore. Considerato che non usciva quasi mai dalla rocca di Castelnuovo, è improbabile che l’Ariosto abbia preso ispirazione da qui per l’Orlando furioso, ma la fonte fa comunque venire in mente le sfortunate peripezie amorose di Orlando, sempre fuori sinc rispetto alla sua amata. Non è presente un manuale d’istruzioni (non lo era nemmeno nel poema, vedi il risultato), perciò per le sue proprietà miracolose non contate su di noi (nel dubbio, maneggiate con cura).

La fonte dell’amore

Campaiana

Al bivio successivo tenete la destra e proseguite fino all’alpeggio di Campaiana (1360 metri). Qui fino al 2019 la terza domenica di luglio veniva celebrata la Festa del fieno, ma il covid sembra aver interrotto la tradizione (speriamo possa riprendere presto). Giunti a Campaiana potete rifocillarvi al bar ristorante Il fungo. Se volete fermarvi a mangiare (noi ancora non lo abbiamo testato, ma tutti ci consigliano vivamente di farlo) meglio prenotare, tenete presente però che è aperto da giugno a ottobre. Se volete fare una gita di più giorni è anche un buon posto dove dormire.

Da Campaiana alla Pania di Corfino

Dopo una pausa potete riprendere il percorso seguendo le indicazioni gialloblù dell’Airone 1 verso il rifugio Granaiola (non più in attività) e raggiungere la Pania di Corfino (1603 metri) in circa un’ora e mezza di cammino. Arrivati in cima, davanti a voi si aprirà la vista sulle Alpi Apuane.

Le Alpi Apuane dalla Pania di Corfino in autunno. Da notare le piccole colonne di fumo provenire dai metati dove si stanno essiccando le castagne.

Il ritorno all’Isera passando dalla Buca dei lupi

Potete tornare al rifugio Isera scendendo lungo il sentiero 64 e imboccando quella che viene chiamata la Buca dei lupi (segno che il lupo è sempre stato di casa in questa zona, ma non spaventatevi perché si fa di molto gli affari suoi). Arrivati al punto di partenza, se siete stati mattinieri, potete fermarvi a pranzare presso il rifugio Isera che, proprio come Il Fungo a Campaiana, propone un menu di prodotti della zona (questo sì lo abbiamo provato ed è tanta roba). Se invece è già pomeriggio inoltrato potreste cogliere l’opportunità per godere lo spettacolo del massiccio della Pania di Corfino sotto le stelle. L’Isera ha infatti anche un ampio spazio per il campeggio e qualche posto letto.

Il rifugio Isera in un tardo pomeriggio d’autunno con la Pania di Corfino sullo sfondo

Zona: Corfino, Parco dell’Orecchiella
Difficoltà: E (escursionisti)
Sentieri: Airone 1, 56 (o 58) e 64
Durata: 5h 30m
Cartografia: vi suggeriamo la carta dell’Appenino tosco-emiliano edita da Edizioni Multigraphic oppure quella edita da S.EL.CA (il foglio est)

Andrea

Ama leggere, scrivere e il Parma Calcio. Cita spesso Nanni Moretti, Gregory Bateson e il Parma Calcio.